DATE 2014/2015
Orvieto Teatro Mancinelli
4 novembre 2014


Salerno Teatro Verdi
6 / 9 novembre


Genova Teatro della Corte
18 / 23 novembre


Caserta Teatro Comunale
5 / 7 dicembre


Thiene Teatro Comunale
9 / 11 dicembre


Bologna Teatro Dehon
9 / 11 gennaio 2015


Pescara Teatro Circus
13, 14 gennaio


Citta' della Pieve Teatro Comunale
18 febbraio


Poggibonsi Teatro Verdi
19 febbraio


Alba Teatro Sociale
21 febbraio


Savona Teatro Chiabrera
24 / 26 febbraio


Parma Teatro Pezzani
27 febbraio / 1 marzo


Imola Teatro Stignani
3 / 8 marzo


Pergine Teatro Comunale
9 marzo


Rovereto Teatro Zandonai
10, 11 marzo


Cesena Teatro Bonci
12, 13 marzo


Napoli Teatro Bellini
17 / 22 marzo


Messina Teatro Vittorio Emanuele
25 / 29 marzo


Mezzolombardo Teatro Comunale
31 marzo


Castelfranco Teatro Accademico
1, 2 aprile


Venezia Teatro Goldoni
8 / 12 aprile


Aosta Teatro Giacosa
14 aprile


Milano Teatro Carcano
15 / 26 aprile


OPERA
Quando "Una pura formalità"di Giuseppe Tornatore uscì nel 1994 fu accolto, per la sua inquietante novità, con una certa difficoltà da parte della critica. Oggi è considerato uno dei suoi film più belli in assoluto (lo stesso autore ne è convinto), un "piccolo capolavoro" (interpreti: Gèrard Depardieu, Roman Polansky e un giovanissimo Sergio Rubini). L'intensità del racconto, il suo ritmo, illuminato da emozionanti colpi di scena, una razionale e al tempo stesso commossa visione della vita, mi hanno spinto, in pieno accordo con Tornatore, ad una libera versione teatrale. Già il film ha una sua struttura sospesa fra cinema e teatro e questo mi ha molto aiutato nel lavoro. E come negli "incontri" fortunati, la storia così magnificamente raccontata nel film, ha fatto germogliare in me emozioni inaspettate che diventavano sempre più mie. Un'opera tanto più è valida quanto più dona a un interprete la possibilità di scoprire sfumature umane e poetiche in essa nascoste. Ho cercato di far rivivere tutta la forza drammatica della sceneggiatura modificandone quelle parti che si presentavano con dei connotati troppo cinematografici, preservandone al tempo stesso quell'intensità che dall'inizio ci avvolge nel suo misterioso intreccio. Il racconto rimane oscuro fino al suo sconvolgente epilogo dove i pezzi lacerati di una vita si compongono in una serenità inaspettata e commovente: un capovolgimento radicale di quello che sembrava un giallo. Un delitto è stato commesso e ne viene accusato un celebre scrittore, Onoff. Ma, pur con la tipica atmosfera di un thriller, "Una pura formalità" è un viaggio alla scoperta di se stessi, di quella che è stata la propria vita. "Gli uomini sono eternamente condannati a dimenticare le cose sgradevoli della loro vita; e più sono sgradevoli e prima si apprestano a dimenticarle". Ecco quello che scrive in uno dei suoi romanzi Onoff che nella lunga notte di "Una pura formalità" cerca ansiosamente di ricordare... ricordare... cosa? Un altro uomo aiuta Onoff in questa faticosa ricerca di un passato che si è voluto dimenticare: un inquietante commissario di polizia, un personaggio duro e ironico, comprensivo ma implacabile... Non può non sovvenirmi il ricordo del grande Dostoevskij e il rapporto tra Porfirij e Raskolnikov in "Delitto e Castigo". Tutto si svolge in una sperduta stazione di Polizia. Ma lo è veramente? E dove si trova? E quelle strane persone al suo interno, sono poliziotti? Cosa aspettano? La storia fa nascere numerosi interrogativi ed è pervasa di "misteriosi perchè". Il cinema ha le sue ricchezze espressive, il teatro ne ha altre che sono sue proprie. E su un palcoscenico, nel nostro caso, la parola assume un valore non solo di racconto ma anche di invito alla fantasia e alle domande. Domande necessarie all'uomo per aiutarlo a cercare di comprendere quel viaggio a volte stupendo e a volte terribile ma sempre affascinante che è la vita. Anche a questo serve il teatro!