IL VANGELO SECONDO PILATO
da Eric - Emmanuel Schmitt

regia GLAUCO MAURI
con GLAUCO MAURI
e ROBERTO STURNO

musiche GERMANO MAZZOCCHETTI

produzione Compagnia Mauri Sturno

OPERA
Eric - Emmanuel Schmitt in una decina d'anni diventato uno degli autori francesi pi letti e pi rappresentati al mondo. Per il teatro, tra le numerose opere, ricordiamo: "Il visitatore" "Il libertino" e "Variazioni enigmatiche", quest'ultimo testo rappresentato dalla nostra Compagnia con grandissimo successo per due intere stagioni teatrali. "Il vangelo secondo Pilato" nato come romanzo e, dopo un eccellente successo editoriale, Schmitt ne ha fatto una versione teatrale in due parti: la prima "La notte degli ulivi -ovvero Confessione di un condannato a morte la sera del suo arresto" prologo e antefatto della seconda "Il vangelo secondo Pilato". Sul monte degli Ulivi, qualche ora prima del suo arresto, Ges si domanda come arrivato a questa notte fatale. E' davvero lui il Messia? La Galilea pullulava di falsi Messia e Ges, poche ore prima di essere arrestato, dice a se stesso " Tra qualche ora si sapr se sono davvero il Figlio di Dio o se ero solo un pazzo. Uno di pi. Uno dei tanti. " E' la struggente testimonianza di un uomo che sa di dover morire il giorno dopo e rivive, fin dalla sua infanzia, il suo meraviglioso percorso umano. Una storia arciconosciuta raccontata da un punto di vista inaspettato: Ges stesso che - uomo - si interroga e dubita della sua natura divina, che ha paura. Non si vuole imporre una verit ma scoprire un'ipotesi sull'esistenza terreste di Cristo, la sua eccezionale umanit e la sua palpabile grazia. La seconda parte dello spettacolo l'indagine che Pilato compie sulla scomparsa del corpo di Ges. L'ultimo giorno della Pasqua ebraica, Pilato viene a conoscenza che Ges, lo stregone di Nazareth, scomparso dalla sua tomba. Ormai quasi tutta la Palestina crede che Ges di Nazareth sia il Messia, il Salvatore che avrebbe liberato il popolo di Israele dalla dominazione romana. Per evitare che il furto sia strumentalizzato politicamente contro Roma, Pilato cerca di ritrovare il cadavere. Ma Ges riappare, vivo! Con un'accanita razionale volont di mettere a tacere le voci di una pretesa resurrezione, Pilato comincia un'indagine che ha il ritmo e il sapore di una vicenda poliziesca, con colpi di scena drammatici venati spesso di una feroce ironia. Ges veramente morto sulla croce o era ancora vivo quando l'hanno deposto? E se era morto, veramente resuscitato dimostrando cos di essere il Messia? Un'inchiesta che si dipana nei meandri di Gerusalemme e, nello stesso tempo, nel labirinto della coscienza di Pilato. Pilato interroga, indaga con lucida razionalit ma non riuscir a risolvere i suoi dubbi. La resurrezione di Ges non pi un'enigma che si pu risolvere ma un mistero. E niente pi angosciante di un mistero. Un mistero non si lascia comprendere: lo si accetta o no. E Pilato non lo accetta. Pilato tenta di difendere la sua ragione, salvarla con tutte le sue forze dal mistero ma non ci riesce e ammette che nel "caso Ges" esiste qualcosa di incomprensibile. Ma dall'indagine nasce un Pilato nuovo che scopre con emozione che il sacrificio di Ges di Nazareth ha insegnato agli uomini un nuovo modo di amarsi e di sentirsi fratelli. Pilato finalmente comprende che quello che importante non essere romano o ebreo o egiziano, ricco o povero, potente o schiavo ma quello che gli uomini possono avere di bello, di giusto, di comune, dentro di loro. Quello che potrebbero costruire insieme per rendere il mondo migliore. Il "Vangelo secondo Pilato" una meditazione, un interrogativo, una commossa poesia sull'uomo Ges. E mai come in questo spettacolo l'impegno di noi attori non tanto rendere pi o meno felicemente l'interpretazione di un personaggio, ma far fiorire poeticamente una storia che per chi crede come per chi non crede, ha comunque sconvolto e illuminato la storia dell'umanit. C' una cosa che fa di noi interpreti, degli uomini fortunati la fortuna di incontrare sul palcoscenico personaggi meravigliosamente ricchi dell'esperienza della vita. Di questi personaggi ne ho incontrati molti nella mia carriera. Ho passato con loro momenti esaltanti nel cercare di capire la loro intima natura prima di "viverli" sulle scene: di capire le loro gioie e dolori, le loro atrocit e tenerezze, le loro numerose sconfitte. E ognuno di loro mi ha donato qualcosa di s arricchendomi di una fertile umanit. Che cosa mi ha dato Pilato? Nella ricerca della verit, nella volont di comprendere, Pilato finisce per meglio conoscere s stesso. Nell'indagine che fa sugli altri uomini, prima inconsciamente poi con lucida, caparbia ragione, indaga sulla sua intimit pi nascosta. E cercando di scoprire il segreto di altri uomini, Pilato scopre la propria umanit, portando alla luce tutti quegli interrogativi sepolti nel fondo della sua coscienza. E sconcertato da quel mondo d'amore, creato da Ges, che stava conquistando la Palestina finalmente capisce "? che l'importante non essere romano o greco o ebreo ma quello che gli uomini possono avere di bello, di giusto, di comune, quello che potrebbero fare per rendere il mondo migliore". L'indagine che partita per ritrovare il cadavere dello "stregone di Nazareth" porta Pilato a un'indagine su s stesso. Pur rimanendo scettico sul "caso Ges", la sua sofferta inquietudine ci insegna che la dignit dell'uomo sta anche nel non avere paura n pigrizia di interrogarsi per cercare di comprendere anche quello che a volte ci appare incomprensibile. L'inchiesta su Ges di Nazareth detto il Messia si tramutata in un'inchiesta sull'uomo. L'interrogarsi di Pilato un nuovo punto interrogativo che aggiungo ai tanti che ho dentro di me. (Roberto Sturno)

LE DATE
Roma - Teatro Parioli dal 3 maggio 2016